Memoria.
Teatro Periferico ha ideato e realizzato negli anni un progetto chiamato Storia e storie: un format culturale che unisce i principi della raccolta di storie a quelli della public art. Ogni spettacolo, legato a un luogo simbolo o a un evento specifico, nasce dalle autobiografie ottenute tramite interviste a testimoni diretti ed è una restituzione in forma teatrale delle storie raccolte. Storie minute, particolari, personali. Il metodo richiede il coinvolgimento dei raccoglitori di storie, volontari opportunamente preparati, il cui loro compito è creare una relazione di fiducia con i portatori di memoria, individuati tramite un’indagine preliminare. Attraverso storia e storie, Teatro Periferico ha raccolto i vissuti di anziani, ex operai (I fiori nella ghisa), disabili psichici, (Mombello. Voci da dentro il manicomio), immigrati (Con me in Paradiso), per raccontare storie di intere comunità: centri diurni, fabbriche dismesse, ex manicomi…
Paesaggio.
Per paesaggio non si intende solo il patrimonio naturalistico, storico e architettonico di un territorio, ma anche l’insieme di memorie collettive, attività e relazioni. Promuovere turismo di prossimità significa promuovere turismo esperienziale: un turismo che è immersione attiva e non solo attraversamento dei luoghi. Questo è ancor più vero oggi, dopo che la pandemia ha riportato l’attenzione sul cammino lento, sull’ascolto della natura, sulla ricerca della bellezza e dell’arte nella vita quotidiana.
Teatro Periferico propone percorsi nella natura, rispettosi del contesto e degli equilibri ecologici, arricchiti da racconti tra arte e vita costruiti insieme agli abitanti, percorsi che mirano a stimolare l’osservazione e in generale le potenzialità percettive, senza evitare l’analisi degli aspetti critici, ma integrandoli in una narrazione che da individuale diventa via via collettiva.
Comunità.
Il teatro di comunità è una pratica teatrale che ha come principali interlocutori i cittadini. Teatro Periferico negli anni ha ideato progetti che prevedono il loro coinvolgimento diretto nella produzione culturale e artistica, così da renderli non più semplici fruitori di spettacoli, ma protagonisti dell’atto creativo, grazie anche al tutoraggio di artisti e formatori di grande esperienza. I progetti si fondano sul principio della cura: cura del benessere dei partecipanti e cura del risultato estetico.
Fare comunità significa anche fare rete. Importante è la fitta rete di stakeholder: allievi, giovani, spettatori, volontari, camminatori, reti informali, associazioni, enti territoriali, biblioteche, comuni, scuole, musei e aziende agricole.

