I cassetti non parlano

Uno spettacolo dedicato all'Alzheimer

Regia Paola Manfredi
Aiuto regia Enzo Biscardi
Drammaturgia Loredana Troschel, Dario Villa
Con Valeria Borrelli, Giorgio Branca, Elisa Canfora, Maddalena Chiodo, Alessandro Luraghi, Susanna Miotto, Laura Montanari, Raffaella Natali, Loredana Troschel, Dario Villa
Scene e maschere Salvatore Manzella
Con il sostegno di Residenza Carte Vive e QuieOra Residenza Teatrale

I deficit cognitivi dell’anziano, le demenze in generale, il morbo di Alzheimer in particolare, stanno arrivando ad assumere i connotati di un’emergenza sociale, oltre che medica. Anche il teatro può fare la sua parte nell’integrazione delle persone affette da queste malattie.
Nel 2019, Teatro Periferico ha condotto un’esperienza presso due RSA durante la quale sono state raccolte numerose interviste a caregiver, infermieri, educatori, psicologi, O.S.S. e volontari. Da lì, si è passati alla costruzione dello spettacolo.
Nella prima parte viene rappresentato il corto circuito che si genera nella mente dei malati tra i dati reali e i ricordi che riemergono in forma confusa: personaggi dei fumetti, della storia, del cinema e della televisione vengono a sostituire, ad accompagnare le figure familiari e ad assumerne i ruoli. La madre ormai morta, il padre vivente, la figlia, i due fratelli e anche la badante, l’infermiera e il medico insieme ai loro alter ego fantastici ruotano intorno alla malata di alzheimer scomparendo e ricomparendo con gesti e parole presi sia da cinema e televisione, sia dal contesto familiare. I personaggi di fantasia portano tutti un’identica maschera, per simboleggiare la difficoltà nel riconoscere i volti che sopravviene con l’avanzare della perdita di memoria e delle capacità cognitive.
La seconda parte dello spettacolo è basata sui colloqui e le interviste ottenute nella fase di studio e preparazione. Le storie presenti nel vasto materiale raccolto sono state smontate e ricomposte per costruire brevi narrazioni esemplari di vicende familiari e cliniche ambientate in vari contesti: la casa, lo studio medico, la RSA. Tutti questi ambienti sono inseriti in un bosco, dove accanto ai malati agiscono figure con teste di animali, che impersonano familiari e personale di cura.
“L’anima che vive nell’inconscio dei malati fluisce leggera, vivace e sincera. Percezione, presenza, preferenza, umorismo, immaginazione ed emozione possono conservarsi, nonostante la perdita della memoria”. Lo spettacolo nella sua interezza è rivolto al pubblico teatrale, ma è disponibile una versione ridotta, fruibile anche all’aperto, dedicata ai familiari degli anziani.

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