Con me in Paradiso
regia di Paola Manfredi
Testo Mario Bianchi
Drammaturgia Dario Villa
Con Abdoulaye Ba, Mouhammad Bah, Siaka Conde, Adama Diallo, Maoudo Diao, Loredana Troschel, Dario Villa
Con me in Paradiso sviluppa due storie parallele.
La prima è il racconto di due moderni “ladroni”, un uomo bianco, padrone di una ex
fabbrica, e un extracomunitario, entrambi in fuga dalla polizia, che a un certo punto
si ritrovano a tu per tu con un personaggio a loro sconosciuto, Gesù, anch’egli
inseguito da una folla inferocita.
La seconda è la storia vera del gruppo di lavoro che si è creato attorno alla messa
in scena del copione omonimo: gli attori di Teatro Periferico e alcuni richiedenti asilo
provenienti da Senegal, Guinea Conakry e Niger.
Partendo dal testo di Mario Bianchi, il lavoro si è intrecciato man mano con il
vissuto dei partecipanti al laboratorio. Così, alla finzione della vicenda si è andata
sovrapponendo la vita reale: tutto è entrato a far parte della drammaturgia, perfino
le accese discussioni sulla religione, le differenze di veduta sul rapporto uomo-
donna, le tensioni legate all’attesa di un permesso che non arriva mai…
A far da filo conduttore, l’episodio dell’incontro tra Gesù e Zaccheo raccontato nel
Vangelo di Luca: entrato Gesù a Gerico, Zaccheo desidera vederlo. Essendo
piccolo di statura pensa bene di salire su un sicomoro. Quando Gesù giunge sotto
l’albero, si ferma e dice: “Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a
casa tua”. Anche Con me in Paradiso racconta la storia di un incontro e di
un’amicizia, quella tra gli attori e i migranti.
Paola Manfredi ha guidato i “suoi” ragazzi […] nel perimetro dello spazio scenico, impartendo chiare e doverose indicazioni interpretative, aperte però alla capacità di ciascuno di plasmarsi con il proprio io/personaggio in un gioco continuo fra work in progress e rappresentazione.
(Antonia Dalpiaz, L’Adige, 04/12/2017)
Abdoulaye Ba, Mauro Diao e Siaka Conde riescono a non essere tanto la personificazione del migrante, piuttosto – grazie a una presenza disincantata e generosa – un esempio di procedimento critico tra contenuto e forma. Così l’impostazione didattica – certe volte sorprendentemente impietosa nei confronti dei soliti stereotipi sull’alterità – sguscia via dalla retorica.
(Nella Califano e Sergio Lo Gatto, Planetarium, 22/03/2018)

