Combattenti
Regia Paola Manfredi
Drammaturgia Renato Gabrielli
Con Giorgio Branca e Lilli Valcepina
Assistente alla regia Valentina Malcotti
Scene Salvatore Manzella
Un uomo e una donna, nell’età di mezzo. Una comune passione per la boxe. Lei ex
campionessa. Lui dilettante di lungo corso, senza talento. Entrambi soli e segnati
dai rispettivi fallimenti. Ma sorretti da una viscerale voglia di combattere, ogni
giorno, per sentirsi vivi. Questa è la storia del loro incontro.
Qui non si racconta una vicenda di boxe eroica e proletaria – con tanto di riscatto
sociale, ascesa e caduta dell’eroe o dell’eroina protagonista. Né si vuole
rappresentare o imitare con mezzi teatrali il pugilato. Certo, per le due figure che
porteremo in scena quella disciplina sportiva è importante. Grazie alla boxe si
trovano, si piacciono e dispiacciono, cercano insieme una via d’uscita da annosi
vicoli ciechi. Ma si tratta di due non-eroi piccolo-borghesi, di quarant’anni e passa,
immersi in quotidiani problemi di sopravvivenza in una grande città del Nord.
Ai nostri personaggi – e anche a noi – non interessa il tema del pugilato come
veicolo di violenza, o viceversa pratica di contenimento, o di sublimazione poetica
della violenza. Paradossalmente, è nelle sue regole, nonché nell’obbligo di
costante presenza a se stessi, nel corpo, che risiede il suo fascino, a contrasto con
un mondo fuori dal ring in cui i conflitti appaiono sempre più immateriali, sregolati,
affidati a nessun arbitro. Ma Combattenti è anche e soprattutto una storia d’odio-amore per nulla romantica tra un uomo e una donna lontani dai ruoli convenzionali,
irrequieti esemplari di quell’età matura che ancora non si arrende all’evidenza delle
delusioni.
Una scrittura di scena attenta […] La parola è scelta, precisa, a tratti ironica,
divertente e poetica.
(Francesca Romana Lino, Rumor(s)cena, 09/04/2016)
Un racconto contemporaneo lineare e compatto […]
Il ritmo è teso e concitato, […] con un meccanismo di alternanza ben congegnato.
In scena due attori in forma.
(Laura Timpanaro, Krapp’s Last Post, 24/04/2016)
Un testo ironico e ricco di grazia […] Paola Manfredi costruisce la regia come un
preciso meccanismo di ritmi, intenzioni e volumi, dove nulla è lasciato al caso e la
naturalezza è solo apparente.
(Maddalena Giovannelli, Hystrio, aprile-giugno 2016)

